Vicenza, Palazzo Chiericati
Piero Guccione. Storie della luna e del mare
14 marzo - 2 giugno 2015
Presente nove volte alla Biennale di Venezia, l’ultima nel 2011, Piero Guccione, siciliano di Scicli, zona sud-orientale dell’isola, è unanimemente considerato uno dei maggiori pittori italiani contemporanei. Per questa mostra, Marco Goldin ha raccolto, nella Pinacoteca Civica di Palazzo Chiericati a Vicenza, sedici opere scelte, quasi tutte di grande formato, con date comprese tra il 1990 e il 2014.
Storie della luna e del mare illustra la progressiva dissoluzione dell’immagine della costa, del mare e del cielo entro i confini di una sorta di evanescenza del visibile. Azzurri infiniti, che sono trama bellissima della pittura, che Guccione ha fatto diventare sempre di più un allontanarsi dalle cose percepite. Eppure, per una specie di miracolo, tutto discende sempre dalla visione della spiaggia di Sampieri, percorsa camminando ogni mattina da lunghi decenni.
Per questa circostanza Linea d’ombra ha pubblicato una grande monografia (252 pagine, 137 immagini a colori, 14 in b/n) che raccoglie tutti i saggi e gli scritti che Marco Goldin ha dedicato a Piero Guccione dal 1989 fino al mese di febbraio del 2015, con un testo inedito sui quadri ultimi, nel quale tra l’altro scrive: “Mi è salita alle labbra la parola evanescenza, e la voglio pronunciare adesso, qui, sul finire di questo scritto, sul finire di questo libro. Evanescenza, la graduale perdita di consistenza visiva di qualcosa, che in Guccione è il mare. E’ il cielo. Perché evanescenza, nella sua etimologia latina, contiene il vanus, il senso del vuoto che ho più volte evocato davanti ai quadri ultimi. Evanescenza che è quanto si allontana da noi quando pensiamo alla riconoscibilità del vedere nel suo rapporto con la realtà. Un allontanarsi anche sonoro, perché la pittura entra compiutamente nella regione del silenzio, dell’immersione fonda, nel cosmo infinito”.