Ungaretti poeta e soldato
Il Carso e l’anima del mondo. Poesia pittura storia
Gorizia, Museo di Santa Chiara
26 Ottobre 2024 - 4 Maggio 2025
Gorizia, Museo di Santa Chiara
26 Ottobre 2024 - 4 Maggio 2025
Spettacolo teatrale di e con
Marco Goldin
Musiche originali al pianoforte
Remo Anzovino
Canta
Antonella Ruggiero
Letture
Gilberto Colla
Animazioni video
Alessandro Trettenero
Tromba
Diego Cal
durata
75 minuti
INGRESSO
L’ingresso per tutte le date è gratuito (con prenotazione obbligatoria) come voluto dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dai Comuni di Gorizia e Monfalcone che la tournée teatrale sostengono.
Ungaretti poeta e soldato
Il Carso e l'anima del mondo
Lo spettacolo teatrale andato in scena ad aprile
Marco Goldin, nei 75 minuti dello spettacolo, ha ripercorso la storia di Giuseppe Ungaretti sul Carso, tra letteratura, storia, luoghi e pittura. Tema cui, dal 26 ottobre 2024 al 4 maggio 2025, è dedicata una originalissima doppia mostra a Gorizia, Museo Civico di Santa Chiara e, in parallelo, Da Boccioni a Martini. Arte nelle Venezie al tempo di Ungaretti sul Carso, a Monfalcone, nella Galleria Comunale d’arte contemporanea.
Tornando allo spettacolo, il prologo è stato affidato alla voce straordinaria di Antonella Ruggiero, superba interprete di tre canzoni i cui testi sono stati scritti da Marco Goldin su musiche di Remo Anzovino. Questi brani (due dei quali inseriti nel prologo) sono serviti a far entrare lo spettatore nel mezzo del racconto teatrale. Ciò è avvenuto attraverso l’espediente narrativo di una madre che in brevi scene, che corrispondono alle canzoni, si è riferita alle lettere, immaginarie, inviatele dal figlio dai luoghi delle battaglie sul Carso.
Una madre che aspetta in Calabria, davanti al mare, il ritorno di quel figlio dalla guerra. Dalla Calabria perché una parte preponderante dei commilitoni di Ungaretti, nella sua brigata Brescia (diciannovesimo reggimento, definito il “reggimento calabrese"), provenivano proprio da lì e comunque dal meridione d'Italia.
L’intento registico di Goldin non è stato di puntare, in questa parte dello spettacolo, sulla tragicità della guerra, e piuttosto sugli aspetti di liricità diffusa colti nel paesaggio, a cominciare da quello stellato notturno e dal mare. Aspetti che insieme hanno a che fare con la memoria e la sperata previsione di un diverso futuro.
Marco Goldin ha raccontato quindi sul palcoscenico la storia del soldato Giuseppe Ungaretti dal momento del suo arrivo al fronte alla fine del 1915. Remo Anzovino ha scritto le musiche originali e le ha eseguite dal vivo al pianoforte, mentre Gilberto Colla ha letto, nei momenti a ciò riservati, in una sorta di ansa sinuosa, alcune delle poesie de Il porto sepolto, libro che è stato parte importante di tutta l’azione teatrale, tra fisicità e spirito.
Come in tutti gli spettacoli di Marco Goldin – e si ricordi solo a titolo di esempio quello recente, assai fortunato, sugli ultimi giorni di Van Gogh con le musiche di Battiato – una parte fondamentale l'ha avuta l'aspetto visivo, con le strabilianti animazioni e i montaggi curati da Alessandro Trettenero, su uno schermo di 6x3 metri che ha dominato il palcoscenico.
Parte visiva che ha compreso tante tracce storiche, tra filmati d’epoca e fotografie. Ma poi immagini di enorme suggestione appositamente girate negli ultimi mesi con i droni sul Carso, e lungo l'Isonzo, nelle varie stagioni dell’anno, così da collocare dal punto di vista geografico la storia di Ungaretti poeta e soldato proprio sul Carso, tra le trincee della prima linea, sul monte San Michele, e la retrovia.
Questi veri e propri mini-film contemporanei sono spesso stati associati ai quadri che dodici pittori italiani hanno dipinto, dopo avere percorso e ripercorso, nell'autunno del 2023, i sentieri tra il San Michele e l’Isonzo, sulle tracce del grande poeta. Dedicati quindi, quegli stessi quadri, proprio ai luoghi di Ungaretti sul Carso, come si può vedere nelle mostre a Gorizia e Monfalcone.
Poi naturalmente nello spettacolo si è fatto ricorso a immagini dello stesso Ungaretti, sia sue fotografie storiche, sia disegni e quadri che sempre quei pittori hanno realizzato. Tutto questo armonizzato in un linguaggio, insieme tecnologico e poetico, di continue transizioni, animazioni e movimenti di camera anche all’interno delle opere dipinte, attraverso la mano sapiente di Alessandro Trettenero.
Nello spettacolo teatrale ci sono stati quindi parti di puro racconto, parti di racconto accompagnato dalla musica, così come accaduto per le letture delle poesie, poi anche parti di musica in solo, suonata da Remo Anzovino su un nuovissimo Steinway gran coda. Con la partecipazione anche di Diego Cal, con la sua tromba. Il finale ha avuto una sorpresa di fortissima suggestione.