Ungaretti poeta e soldato

Il Carso e l’anima del mondo. Poesia pittura storia

Gorizia, Museo di Santa Chiara
26 Ottobre 2024 - 4 Maggio 2025

I pittori, i temi, i quadri

I pittori, i temi, i quadri

Marco Goldin

Hanno percorso le strade, sono arrivati. Hanno camminato, hanno vissuto, hanno guardato. Qualcuno è anche ritornato, una volta e poi un’altra ancora. Non si sono affidati solamente alle immagini, non hanno guardato fotografie, ma hanno chiesto alla vita, alla loro presenza, di essere motivo di racconto, motivo di pittura.
Dodici pittori italiani si sono confrontati con Ungaretti e con i suoi luoghi sul Carso, e lungo il fiume, l’Isonzo. Hanno poi dipinto per molti mesi, chiusi nei loro studi, con quei ricordi a premere, a suggerire, a grattare via l’inutilità del superfluo. Si sono tenuti all’essenziale e l’hanno fatto diventare le molte immagini.
Se si affacciavano dalle loro finestre, qualcuno vedeva in distanza l’azzurro del Mediterraneo, la costa degli dèi e degli eroi, dove approdavano antichi vascelli. Qualcun altro stava immerso tra alte colline, oppure c’era chi sentiva entrare nello studio il traffico della grande città. Ma c’era anche chi, scostando l’uscio, poteva vedere, e quasi sentire, quella montagna sacra, dove così tante vite erano state immolate nel sacrificio.
C’erano così tante cose mentre questi pittori dipingevano. E passavano le stagioni. Un tardo autunno, poi l’inverno e quindi la primavera e l’annunciarsi dell’estate. C’erano così tante cose, ma soprattutto la vita nella sua pienezza, nel suo tessuto tramato di ricordi diventati d’improvviso la forza del presente. Nel suo consegnarsi al mondo d’ognuno.
Hanno dipinto il San Michele, il luogo da cui tutto sembra procedere. Hanno dipinto le sue pietre, i sassi di trincea, il rosso dello scotano in autunno. Hanno dipinto i cieli e la notte, il precipitare e insieme il galleggiare di quella notte.
Hanno dipinto il cadere lieve della neve, come una trina sottile, e poi l’Isonzo, il fiume che è diventato tutti i fiumi.
E hanno dipinto immagini di guerra, in un modo non cruento ma quasi abbarbicato al sogno. Si sono fatti portare dai versi di Ungaretti e talvolta hanno dato loro voce diversa, nella pienezza del disegno e dei colori.
Hanno dipinto il volto e la figura del poeta, quasi a tener dietro a passi di danza, lui che si presentava dopo più di un secolo a questo nuovo mondo.
Hanno dipinto tutto ciò e hanno creato un canto corale che si stringe tra bellezza e ricordo. Si resta stupefatti, mentre si guarda e si vive.