Ungaretti poeta e soldato
Il Carso e l’anima del mondo. Poesia pittura storia
Gorizia, Museo di Santa Chiara
26 Ottobre 2024 - 4 Maggio 2025
Gorizia, Museo di Santa Chiara
26 Ottobre 2024 - 4 Maggio 2025
mostra a cura di
Marco Goldin
Gorizia, Museo di Santa Chiara
26 ottobre 2024 - 4 maggio 2025
Nell’ultimo periodo della mia ricerca pittorica l’attenzione si è rivolta al tema del paesaggio e alle foglie che cadono. Nello stesso tempo ricevo l’invito a partecipare a Ungaretti poeta e soldato. Il Carso e l’anima del mondo. Ungaretti! E chi non conosce «Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie»?
Coincidenza? Sta di fatto che la mia piccola foglia secca, metafora della fragilità umana, diventa protagonista di un percorso definito e ben chiaro. E la foglia, quasi per inerzia, continua la sua presenza discreta anche nei primi dipinti per questa mostra, La Cannoniera, La Trincea, per poi lentamente sparire. Infatti nei successivi lavori, la foglia lascia spazio a visioni del Carso dove lo sguardo si concentra soprattutto sulle pietre e i sassi. La mia conoscenza del Carso in quel periodo era limitata alla visita del San Michele in una giornata senza colore e dal paesaggio spoglio di un mese di dicembre, dove le varie foto da me scattate erano grigie e prive di ombre definite e nette. Quando ho iniziato a lavorare, ho dovuto scavare nel fondo della memoria per ritrovare le sensazioni che mi restituissero l’idea più forte della montagna e le immagini che affioravano erano tutte grigie e di pietra. Il mio primo lavoro, e il più sofferto di tutti, è proprio dedicato alla Cannoniera del San Michele, una fortezza di pietra e muro alto come una diga che con i suoi tre piccoli pertugi si apre a una collina al suo interno interamente svuotata. Per l’emozione provata dentro queste caverne, per l’atmosfera misteriosa che si respirava e per la penombra densa che vi regnava, al titolo del quadro ho aggiunto: mentre arrivo al gran silenzio.
Tutti i soggetti dei miei quadri, tranne gli ultimi paesaggi, parlano di sassi e pietre e, realizzati con materia pittorica densa e scabra, ben si adattano a questo tema. Le foglie, le doline, il lago, l’Isonzo sono gli altri temi affrontati. E con le poesie di Ungaretti mi faccio trasportare dalla musica delle sue parole, provando un senso di abbandono e vertigine. E guardando, in una giornata di sole, l’orizzonte alto del cielo mi illumino d’immenso e leggero mi inoltro sulla collina con lo sguardo e con il cuore liberati dall’angoscia delle macerie della guerra e dalla tristezza dei luoghi.
Con l’ultimo quadro Dalla dolina verso l’alto lo spazio si dilata con dolcezza e il paesaggio impalpabile mi fa chiudere questo ciclo con: ... Dove non muove foglia più la luce... «Vieni ti porterò alle colline d’oro».