Ungaretti poeta e soldato

Il Carso e l’anima del mondo. Poesia pittura storia

Gorizia, Museo di Santa Chiara
26 Ottobre 2024 - 4 Maggio 2025

Alessandro Papetti

Quando venni invitato a partecipare a questa mostra il primo pensiero fu che qualsiasi divisa tenta di annullare l’individuo. Ripensai ai racconti di mio nonno, alla sua esperienza marchiata sulla pelle e nella mente, il fronte, le ferite subite e drammaticamente ricucite, per essere nuovamente scaraventato in prima linea. In una folle coreografia di morte, scattare fuori dalla trincea e correre verso “il nemico”, presenti a sé stessi e al proprio terrore.

La seconda traccia fu quella di un ricordo diretto: era il 1968 e avevo dieci anni, il faccione di Ungaretti, a riempire tutto lo schermo del televisore, con i suoi occhi stretti come una ferita, mentre narrava poetando parole capaci di introdurre la nuova puntata dell’
Odissea.

La terza fu stranamente musicale. Cercando di essere il più lontano possibile dalla retorica, a nutrimento della materia pittorica trovai l’impasto nelle parole di De André: «La polvere, il sangue, le mosche, l’odore, per strada e tra i campi la gente che muore... e tu, tu la chiami guerra e non sai che cos’è... e tu, tu la chiami guerra e non ti spieghi perché».

È consapevolmente fallimentare il tentativo di entrare in modo diretto in una storia così sconvolgente. Certamente molti vedendo questi quadri sentiranno e penseranno, come me, che in guerra non esistono vincitori né vinti perché tutti siamo “i perdenti”, perché tutti siamo “i nemici”. Che sia per l’ego ipertrofico di un unico individuo o banalmente per stupidità di chi lo segue o ancora per follia collettiva montata da meccanismi accellerativi-degenerativi che non sappiamo più rallentare, la guerra ovviamente non può che essere fallimento. Ungaretti soffrì per non essere stato fin da subito dichiarato abile alla guerra. Fa riflettere il fatto che la sua natura sensibile e consapevole riguardo all’incapacità umana a non reiterare i propri comportamenti, dovette comunque dotarsi dell’esperienza per potersi completare. Dovette prima vivere la sua Odissea.