Dai romantici a Segantini

Storie di lune e poi di sguardi e montagne. Capolavori dalla Fondazione Oskar Reinhart

Padova, Centro San Gaetano
29 Gennaio - 5 Giugno 2022

Lo sguardo e il mistero del silenzio
Ritratti e realtà̀ in Svizzera da Anker a Hodler

Quinta sezione

Albert Anker è il più popolare tra gli artisti svizzeri prima di Hodler. Egli incarna in pieno la sensibilità di quella nazione, con un senso rassicurante di descrizione che fa del suo naturalismo con tocchi di classe internazionale un punto fermo anche di questa mostra. Ritratti meravigliosi, tutti pieni del silenzio dell’attesa, che sono frutto della sua lunghissima permanenza a Parigi.

Già a metà degli anni cinquanta del XIX secolo è nella capitale francese per studiare nell’atelier di Gleyre, le stesse sale in cui pochi anni dopo sarebbero entrati Monet e Renoir. Espone regolarmente al Salon fino ai primi anni novanta e mostra un forte interesse verso il realismo di Courbet, ma anche per la pittura di genere francese di artisti come Bonvin e Chaplin. Il suo trovarsi a Parigi nel pieno della rivoluzione impressionista non lo sottrae dall’esempio della ritrattistica di Manet e anche del giovane Renoir. La sezione ne dà esempi di indubbio fascino, a cominciare dal ritratto della figlia.

Nella parte finale dell’Ottocento un’arte di dimensione simbolica e psicologica fu forte poi anche tra Germania e Svizzera come lo fu in Francia e in altre nazioni d’Europa. Tutto questo, nella collezione di Oskar Reinhart, è chiaramente visibile nelle opere del pittore svizzero più importante di quel periodo, Ferdinand Hodler. Uno dei maggiori artisti nel Continente a cavallo tra i due secoli. Egli combina, anche negli stupefacenti ritratti compresi in questa sezione, elementi del realismo di Courbet ed effetti legati all’impressionismo con reminiscenze di alcuni maestri antichi, specialmente Holbein. Il ritratto, per esempio, della sorella del poeta simbolista Duchosal, muove sì dal tributo verso Holbein passando per Manet, ma apre all’individuazione della complessità psicologica esplorata proprio dai simbolisti.