Dai romantici a Segantini

Storie di lune e poi di sguardi e montagne. Capolavori dalla Fondazione Oskar Reinhart

Padova, Centro San Gaetano
29 Gennaio - 5 Giugno 2022

La valle incantata
Tra occhi, villaggi e montagne nella Svizzera che cambia colore da Segantini a Giacometti

Settima sezione

L’ultima sezione della mostra, la più ampia nel numero delle opere, è un ingresso trionfale dentro la modernità e il suo colore nuovo. Quattro i pittori che la compongono: Segantini, Amiet, nuovamente Hodler e Giovanni Giacometti, il padre di Alberto, il grande scultore.

È tra le valli, i prati e i picchi attorno al Maloja, sopra Saint-Moritz, che si forma un nuovo gusto per la pittura, ampiamente collegato a quanto di più moderno avveniva in Europa e soprattutto in Francia. L’arrivo di Segantini dall’Italia, prima nel piccolo villaggio di Savognino e poi nella casa al passo del Maloja, significava il giungere di una figura che metteva la pittura al centro della vita, come un antico eroe incurante delle difficoltà per giungere al suo scopo: “È in questo tempo che la mia anima s’innalza solitaria a scrutare la bellezza mentre l’occhio si assorbe nella contemplazione del cielo azzurro, e poi si abbassa nei candori delle cime nevose, vede il bianco e sente l’azzurro, poi discende al grigio delle rocce, per riposarsi nel verde che lo circonda.”

Segantini si incontrerà più volte con Giacometti, che abitava a Stampa, lungo la strada che sale proprio al passo del Maloja e dove dipingerà per lunghe estati. Assieme ad Amiet, lo stesso Giacometti vedrà il pittore di Arco nel 1896, mentre Hodler esporrà a Zurigo due anni dopo con gli stessi Amiet e Giacometti. Insomma, una vera e propria comunità di artisti che eleggono la montagna a loro luogo di vita e lavoro, come Van Gogh era andato nel sud in Provenza e Gauguin prima in Martinica e in Bretagna e poi a Tahiti. Posti in cui sognare di essere liberi.

Non a caso i quadri dedicati da Hodler alle Alpi svizzere chiudono la mostra, pareti vertiginose che nel frattempo anche il grande alpinismo aveva scoperto e conquistato. A oltre un secolo di distanza da Wolf molte cose erano cambiate, rimanendo ferma però la bellezza della pittura che questa mostra racconta.