Confini

Da Turner a Monet a Hopper. Canto con variazioni

Passariano di Codroipo (UD), Villa Manin, Esedra di Levante
11 Ottobre 2025 - 12 Aprile 2026

Confini più o meno lontani

L’ultima macroarea della mostra, con oltre trenta opere esposte, sposterà il confine della pittura più lontano, nella costante ricerca che gli artisti fanno di un altrove, di un confine che sia anche il sogno di ritrovare un paradiso perduto. O almeno terre, e coste e mari e foreste, lontane dai traffici delle città. Ma anche quando accade qualcosa di diverso, per cui non sei tu a cercare il confine, ma è il confine a venire da te.

Confini più o meno lontani


Non dobbiamo però pensare soltanto al nome più ovvio, quello di Gauguin, alla sua fuga in Martinica nel 1887 con Charles Laval, e poi da solo a Tahiti.

Ci sono stati pittori, anche molto importanti, che in Francia hanno eletto zone esattamente opposte dal punto di vista geografico, come Normandia e Bretagna a nord e Provenza a sud, come luoghi di fuga e di elezione. La ricerca sì di un Eden sulla terra, più vicino a Parigi di quanto non lo fosse Tahiti, ma anche la celebrazione di un assoluto della luce e del colore.

Paul Cezanne, I grandi alberi, 1902-1904
Edimburgo, National Galleries of Scotland

È però un passaggio non solo stilistico ma anche esistenziale. La Bretagna ha per esempio visto Gauguin dipingervi alcuni dei quadri per lui più belli in assoluto, superiori perfino a quelli tahitiani più celebrati dal pubblico. La mostra ne proporrà almeno uno di straordinario.

La Normandia è stata luogo privilegiato per Monet, lì dove molte cose della sua pittura sono cambiate, e ugualmente la mostra vi si soffermerà, specialmente con i dipinti che inquadrano le scogliere e il mare.

Pierre Bonnard, Le Cannet, 1939 circa
Winterthur, Kunst Museum Winterthur

E poi la Provenza, e comunque il sud della Francia. Anche lì si sposta Monet, alla ricerca di un colore per lui inedito. Quello è il punto di svolta per Van Gogh, quello è lo spazio in cui Cezanne torna a casa e dipinge tanti capolavori, nuovi, nuovissimi per la vicenda della storia dell’arte. È un confine desiderato e cercato da molti, e tra gli altri, tra profumi e luci zenitali, da un pittore incantevole come Bonnard.

Paul Gauguin, Donna tahitiana, 1898
Belgrado, Narodni Muzej – National Museum of Serbia

Ma è chiaro come sia stato Gauguin a spostare il suo confine ancora più lontano, sempre più in là. La ricerca di uno spazio di verginità assoluta, da prima ora del mondo, anche se i compromessi furono tanti e Tahiti non fu certamente quel paradiso che egli aveva invocato dentro di sé. La mostra darà conto del suo passaggio dalla Martinica proprio a Tahiti, con gli intermezzi in Bretagna.